Ci occupiamo nello specifico di:

DISORDINI ALIMENTARI

Mangiare troppo o troppo poco sono gli estremi di una serie di disordini alimentari che ogni anno colpiscono migliaia di persone, in particolare ragazze. Le statistiche, infatti, mostrano che il 10% della popolazione italiana presenta un disordine alimentare. Questa percentuale però non tiene conto delle tante persone che, pur avendone bisogno, non si rivolgono ai professionisti specializzati per la cura dei disordini alimentari.

Quali sono i disordini alimentari
Oltre all’Anoressia e alla Bulimia, esistono altri disordini alimentari come il Disturbo da alimentazione incontrollata (la persona si abbuffa e presenta un peso superiore alla norma) o la “sindrome da alimentazione notturna” (si manifesta con eccessivo consumo di cibo dopo il pasto serale oppure durante la notte).

Come riconoscere un disordine alimentare
In generale, i disordini alimentari sono caratterizzati da un disagio significativo, oppure da effetti negativi nella sfera familiare, sociale, scolastica o lavorativa della persona. I campanelli di allarme che permettono di riconoscere il disordine alimentare in una fase iniziale, sono: una preoccupazione eccessiva per il cibo e il peso, sentimenti di colpa e di vergogna relativamente all’alimentazione, estrema attenzione all’esteriorità, ipersensibilità verso qualsiasi tipo di critica, disturbi dell’umore (Ansia e Depressione).

Quando e come intervenire
L’esperienza clinica mostra che bisogna rivolgersi a uno Psicologo specializzato in disordini alimentari, quando si capisce di avere un alterato rapporto con il cibo, soprattutto se questo si manifesta per un periodo di tempo prolungato e causa un disagio alla persona o a chi le sta vicino. La prevenzione e il trattamento precoce dei disordini alimentari permettono di ottenere risultati migliori.


IMMAGINE CORPOREA

IMMAGINE CORPOREA E IMMAGINE REALE, quando l’immagine allo specchio non riflette l’immagine reale.
Quante volte sarà capitato di ascoltare una ragazza oggettivamente magra che si dichiara grassa oppure una donna che si lamenta continuamente di presunti difetti fisici. Tale condizione può risultare temporanea ma spesso rappresenta un problema da approfondire tempestivamente.

Che cos’è l’immagine corporea
L’Immagine corporea viene definita come “la rappresentazione mentale del proprio corpo”, ossia il modo in cui il nostro corpo appare ai nostri occhi; mentre l’immagine reale è costituita dalle oggettive caratteristiche fisiche della persona (ad esempio, altezza e peso). La costruzione dell’immagine corporea rappresenta un continuo processo di strutturazione-destrutturazione-ristrutturazione, che inizia nell’infanzia e prosegue nel tempo. Il concetto di immagine corporea riguarda la persona nella sua globalità ed è costituito da diverse componenti: percettiva (immagine reale), attitudinale (cosa la persona pensa e conosce del proprio corpo), affettiva (quali sentimenti ed emozioni la persona nutre verso il proprio corpo) e comportamentale (ad esempio, alimentazione ed attività fisica).

Alterazioni dell’immagine corporea e conseguenze
Quando l’immagine corporea e l’immagine reale non coincidono, è possibile l’insorgenza di disturbi psicologici, quali Disordini alimentari e Disturbo da dismorfismo corporeo (preoccupazione per un difetto immaginario nell’aspetto fisico o, nell’eccessiva preoccupazione per una piccola anomalia corporea, se presente).

Come intervenire
Nei casi di sospetta o diagnosticata alterazione dell’immagine corporea, occorre rivolgersi a uno Psicologo esperto in tale complesso concetto. Studi scientifici dimostrano l’efficacia dell’approccio cognitivo-comportamentale nel trattamento delle alterazioni dell’immagine corporea, che comprende: l’utilizzo di diari e test psicologici per comprendere lo sviluppo e le caratteristiche della problematica; la pratica di tecniche di rilassamento (ad esempio, Training autogeno o Rilassamento muscolare progressivo); l’affermazione e l’abbellimento della propria immagine corporea.


TECNICHE DI RILASSAMENTO

Le Tecniche di Rilassamento sono volte al benessere fisico e intellettuale della persona che le pratica. Migliorano, quindi, lo stato di salute e la qualità della vita dell’individuo. Tra le diverse Tecniche di Rilassamento, le più tradizionali sono il Rilassamento muscolare progressivo di Jacobson e il Training autogeno di Schultz. La prima consiste in un’attivazione volontaria della tensione muscolare in aree corporee ristrette, alla quale viene fatta seguire la fase di Rilassamento. Non si basa sull’uso di tecniche di suggestione; la scientificità del metodo, infatti, è sostenuta sin dalle prime pubblicazioni avvenute nel 1917, che hanno diffuso i risultati di miglioramento in soggetti, ad esempio, con iperacidità gastrica, ipertensione arteriosa e ipereccitabilità nervosa. Il Training autogeno deriva il suo nome, invece, dall’esercizio (Training) necessario per raggiungere il massimo rilassamento corporeo e dal fatto che i cambiamenti psichici provengono dai praticanti stessi (autogeno) e sono generati dallo Psicologo solo nella fase iniziale di apprendimento della Tecnica. Il Training autogeno, infatti, può essere successivamente praticato in autonomia. Studi dimostrano l’efficacia di tale Tecnica di Rilassamento nella prevenzione della stanchezza e dello stress psico-fisici e nel miglioramento delle prestazioni, grazie all’aumento della memoria e della creatività.